I metodi moderni usano fluidi supercritici nel processo di micronizzazione. Questi metodi usano fluidi supercritici per indurre uno stato di sovrasaturazione, che porta alla precipitazione delle singole particelle. Le tecniche più applicate di questa categoria includono il processo RESS (Rapid Expansion of Supercritical Solutions), il metodo SAS (Supercritical Anti-Solvent) e il metodo PGSS (Particles from Gas Saturated Solutions). Queste tecniche moderne permettono una maggiore sintonizzazione del processo. Parametri come la pressione relativa e la temperatura, la concentrazione di soluto e il rapporto tra antisolvente e solvente vengono variati per adattare l’output alle esigenze del produttore. I metodi a fluido supercritico portano a un controllo più fine sui diametri delle particelle, sulla distribuzione delle dimensioni delle particelle e sulla coerenza della morfologia. A causa della pressione relativamente bassa coinvolta, molti metodi a fluido supercritico possono incorporare materiali termolabili. Le tecniche moderne coinvolgono sostanze chimiche rinnovabili, non infiammabili e non tossiche.
RESSEdit
Nel caso di RESS (Rapid Expansion of Supercritical Solutions), il fluido supercritico viene utilizzato per dissolvere il materiale solido sotto alta pressione e temperatura, formando così una fase supercritica omogenea. Successivamente, la miscela viene espansa attraverso un ugello per formare le particelle più piccole. Subito dopo l’uscita dall’ugello, si verifica una rapida espansione che abbassa la pressione. La pressione scenderà al di sotto della pressione supercritica, causando il ritorno del fluido supercritico – di solito anidride carbonica – allo stato gassoso. Questo cambiamento di fase diminuisce gravemente la solubilità della miscela e provoca la precipitazione delle particelle. Meno tempo impiega la soluzione ad espandersi e il soluto a precipitare, più stretta sarà la distribuzione delle dimensioni delle particelle. Tempi di precipitazione più rapidi tendono anche a provocare diametri di particelle più piccoli.
SASEdit
Nel metodo SAS (Supercritical Anti-Solvent), il materiale solido è dissolto in un solvente organico. Il fluido supercritico viene poi aggiunto come antisolvente, che diminuisce la solubilità del sistema. Come risultato, si formano particelle di piccolo diametro. Esistono vari sottometodi del SAS che differiscono nel metodo di introduzione del fluido supercritico nella soluzione organica.
PGSSEdit
Nel metodo PGSS (Particles from Gas Saturated Solutions) il materiale solido viene fuso e il fluido supercritico viene dissolto in esso. Tuttavia, in questo caso la soluzione è forzata ad espandersi attraverso un ugello, e in questo modo si formano le nanoparticelle. Il metodo PGSS ha il vantaggio che a causa del fluido supercritico, il punto di fusione del materiale solido è ridotto. Pertanto, il solido fonde ad una temperatura inferiore alla normale temperatura di fusione a pressione ambiente.