Abbiamo finito il brandy, divorato i cioccolatini e qualcuno sta aprendo l’Advocaat – deve essere Natale! Ma qui a Metal Hammer non siamo fan dei soliti canti di Natale o di ascoltare gli Wham! per la decima volta quel giorno, invece abbiamo voglia di qualcosa di un po’ più pesante in questo periodo dell’anno.

Abbiamo messo insieme le dieci migliori canzoni heavy metal di Natale per l’ultima allegra sleighlist di classici del Crimbo metal strappalacrime…

King Diamond – No Presents For Christmas

Anche per il suo debutto da solista, puoi fidarti di King Diamond per affrontare con impavida convinzione un’alta canzone stagionale che stuzzica la credibilità, inchiodando la comicità intrinseca del concetto mentre offre ancora un esplosivo cracker natalizio di un brano che sta in piedi con il suo lavoro migliore, un giusto sbarramento a testa bassa di infettivo heavy metal teatrale che mette i pugni in aria e i sorrisi deliranti sul viso.

Bad News – Cashing In On Christmas

Nelle parole del bassista dei Bad News Colin Grigson – alias la tanto mancata leggenda della commedia Rik Mayall – “Mio zio possiede la casa discografica e mi ha assicurato che quello era heavy metal”. Una perfetta parodia del singolo natalizio artisticamente fallimentare, questa canzoncina artatamente terribile si ascolta meglio sull’album Bootleg del 1988 dei Bad News, con la band che discute su tutto il playback (“Siamo una band heavy metal, abbiamo ancora un po’ di credibilità, no?”).

Nocturnus – Destroying The Manger

Effettivamente un canto di Natale invaso da una folle, occulta brutalità death metal, i fantascientifici Nocturnus danno una svolta a sorpresa alla storia del primo Noel, la nascita di Gesù bambino: un robot dal futuro si presenta con un cannone insanguinato per cancellare il cristianesimo alla sua fonte. Quanti genitori metallari vorrebbero far interpretare al proprio figlio il ruolo dell’assassino nella loro recita della Natività alla scuola media?

Tankard – Fuck Christmas

Con questa diretta esplosione di belligerante punk-metal, gli hooligans thrash più ubriachi della Germania danno un cinico colpo di spugna al dilagante sfruttamento corporativo del periodo festivo, facendo un punto politico abbastanza serio anche mentre ringhiano il titolo irresistibilmente catchy sopra rancorose campane da slitta (anche se Gerre pronuncia la battuta finale, “E’ nato comunque in agosto, cazzo”, con perfetto tempismo comico).

Type O Negative – Red Water (Christmas Mourning)

Una delle più potenti lastre di tristezza dei Type O Negative – e una delle migliori performance vocali di Pete Steele – Red Water è tutta atmosfere gelate, campane da slitta depressive e radiosa tristezza stagionale, giocando con la melodia e il testo di God Rest Ye Merry Gentlemen, ma la pura forza della convinzione della canzone è forse più sorprendente, dato il sarcasmo mordente e l’autoironia arcigna della band.

Trans-Siberian Orchestra – Christmas Dreams

Christmas Dreams esemplifica perfettamente la miscela di melodramma alla Lloyd Webber, maestosa grandezza metallica e schmaltz transatlantico del collettivo sinfonico prog-metal Trans-Siberian Orchestra, ma se vuoi un’atmosfera natalizia hai l’imbarazzo della scelta con TSO; questa è la loro terza opera rock basata sul Natale (dopo Christmas Eve And Other Stories del 1996 e The Christmas Attic del 1998), e il loro best-seller, sorprendentemente certificato doppio platino negli USA!

Twisted Sister – Heavy Metal Christmas

Il Natale è sempre stato importante per i Twisted Sister; hanno confessato di aver rubato la melodia di O Come All Ye Faithful per We’re Not Gonna Take It anni prima di aver coperto il canto, in questa raccolta abbastanza straziante di jingle balls. Pieni voti però per questi esilaranti e tenui testi metallizzati di The Twelve Days Of Christmas, e specialmente per il basso e la batteria che vanno gioiosamente a puttane.

Ronnie James Dio e Tony Iommi – God Rest Ye Merry Gentlemen

Registrato con l’ex bassista dei Quiet Riot Rudy Sarzo e l’ex batterista degli AC/DC e Dio Simon Wright, questa maestosa versione ‘Diommi’ dell’intramontabile canto inglese della metà del 18° secolo è un’elegante lastra di epico doom gotico in ferro battuto, con la voce di Ronnie che svetta con quella che il giornalista di Metal Hammer Malcolm Dome una volta ha poeticamente definito “la grazia di mille aquile d’oro” sopra i toni onnipotenti di Iommi.

Halford – We Three Kings

Anche il Dio del Metallo ha tirato fuori un album solista di cover natalizie quando nessuno guardava, e questa galoppante, giubilante interpretazione del canto americano della metà del 19° secolo emerge trionfante dal piatto decisamente variabile, impressionando e divertendo con la sua audacia ma dando nuova vita alle familiari melodie da assemblea scolastica, con Roy Z una affidabile presenza inventiva e di classe alla chitarra.

Jesu – Christmas

“Ispirato dall’inizio del periodo natalizio e dall’inizio delle emozioni e dei sentimenti di nostalgia, gioia e tristezza che il periodo spesso evoca”, dice Justin Broadrick di questo glaciale, macinante, tetro lamento di metà inverno, ma è meglio ascoltarlo all’inizio di gennaio, circondato da bottiglie vuote, carta da regalo distrutta, aghi di pino morti e frammenti macchiati di vomito del CD natalizio dei Twisted Sister.

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