Johnny Hodges, nome di nascita Cornelius Hodges, soprannomi Jeep e Rabbit, (nato il 25 luglio 1906, Cambridge, Massachusetts, U.S.-morto l’11 maggio 1970, New York, New York), sassofonista jazz americano che fu un solista dell’orchestra di Duke Ellington. Rinomato per la bellezza del suo tono e la sua padronanza delle ballate, Hodges fu tra i sassofonisti più influenti nella storia del jazz.

Inizialmente Hodges fu un musicista autodidatta, suonando la batteria e il piano prima di prendere il sassofono soprano all’età di 14 anni. Poi ricevette istruzioni dal leggendario Sidney Bechet, uno dei primi importanti solisti jazz e forse l’unica grande influenza di Hodges. Lavorò a Boston e New York durante la metà degli anni ’20, suonando in gruppi guidati da Lloyd Scott, Chick Webb, Bobby Sawyer, Luckey Roberts e Bechet. Si unì all’orchestra di Duke Ellington nel 1928 e fu il solista più in vista della band per i successivi quattro decenni.

Il gruppo originale di 14 membri di Duke Ellington
Il gruppo originale di 14 membri di Duke Ellington

Il gruppo originale di 14 membri di Duke Ellington includeva musicisti come il cornettista Rex Stewart, il trombonista Lawrence Brown, il sassofonista baritono Harry Carney e il sassofonista alto Johnny Hodges.

© Nara Archives/.com

Hodges suonava il sax alto nella sezione di Ellington; le sue linee melodiche erano una componente importante nella tavolozza dei suoni della band. Fu presente in innumerevoli registrazioni di Ellington, dimostrando la sua abilità nelle ballate (“Warm Valley”, “Passion Flower”, “In a Sentimental Mood”) e nei numeri up-tempo (“Things Ain’t What They Used to Be”, “The Jeep Is Jumpin'”). Proiettò un’eleganza sensuale attraverso un suono imponente e perfezionò l’uso del portamento (o “smearing” nel gergo jazzistico), in cui lo strumento scivola da una nota all’altra alla maniera di un trombone slide. Il suo stile di base non cambiò nel corso degli anni, ma la sua notevole tecnica e il suo senso armonico fecero sì che i suoi assoli suonassero sempre freschi e contemporanei.

Johnny Hodges
Johnny Hodges

Johnny Hodges, in primo piano, mentre si esibisce con Al Sears a New York, c. 1946.

William P. Gottlieb Collection/Library of Congress, Washington, D.C. (Digital file no. gottlieb 04191)

Hodges era così strettamente associato a Ellington che gli appassionati di jazz furono colti di sorpresa quando lasciò la band nel 1951 per formare un proprio gruppo. Altri veterani di Ellington come Lawrence Brown e Sonny Greer, così come il giovane John Coltrane, suonarono nella band di Hodges. Ebbero una registrazione di successo, “Castle Rock”, ma il successo duraturo si rivelò sfuggente, e si sciolsero nel 1955. Hodges si riunì all’orchestra di Ellington e rimase con Ellington fino alla sua morte, anche se continuò ad impegnarsi in progetti collaterali e a condurre occasionali sessioni di registrazione con il proprio nome.

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L’influenza di Hodges fu così pervasiva nel jazz americano che le generazioni successive di sassofonisti, anche quelli che non lo avevano mai sentito suonare, hanno emulato il suo stile. Era un vero originale, di cui Ellington disse una volta: “Johnny Hodges ha una completa indipendenza di espressione. Dice quello che vuole dire sul corno,…nella sua lingua, dalla sua prospettiva.”

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