È il linguaggio, stupido. È quello che continuo a ricordarmi ogni volta che cerco di seguire la frenetica narrazione dell’ultimo mistero dell’occhio privato Jack Taylor di Ken Bruen, A GALWAY EPIPHANY (Mysterious Press, 256 pp., 26 dollari). Non è la trama, stupido, anche se la storia è certamente eccentrica, con due bambini, un adolescente e una bambina di 9 anni, che innocentemente fanno un trucco che la gente del posto dichiara un miracolo. Potrebbero essere santi, o forse demoni, o forse solo bambini cattivi, ma il caos che causano è reale.

C’è qualcosa di accattivante in questa serie profondamente cinica, con il suo stile idiosincratico (citazioni eccentriche, poesia impetuosa, divagazioni strane) e gli assalti pungenti a due grandi tradizioni irlandesi: Il cattolicesimo e la politica locale. Jack Taylor, il protagonista autodistruttivo, è irlandese con una vendetta suicida. Si droga e tiene il suo cervello in salamoia nell’alcool, il tutto rimanendo aggressivamente sentimentale. Come il suo antieroe, Bruen ama le parole, anche quelle degli altri, e introduce i suoi capitoli con epigrafi da fonti strane. Una gemma, dal comico Brynn Harris, dice: “Quando ero piccola / Vestivo la mia Barbie con un abito da suora / Così poteva picchiare a sangue Skipper / E non finire nei guai.”

Stato freddo, cuore caldo. Joe Gunther, il caposquadra dalla mascella quadrata del Vermont Bureau of Investigation, è ancora l’anima della durevole serie di Archer Mayor, ma gran parte delle indagini nell’ultimo volume, THE ORPHAN’S GUILT (Minotaur, 288 pp, $27.99), spetta a Rachel Reiling, una reporter del giornale locale di Brattleboro, e a Sally Kravitz, una detective privata.

La storia inizia quando un ubriaco triste viene fermato per guida in stato di ebbrezza, e da lì, spara dritto al cuore. John Rust era ubriaco fradicio, d’accordo; ma il povero ragazzo era distrutto dalla morte di suo fratello, avvenuta lo stesso giorno. Non solo, il fratello aveva problemi mentali dalla nascita, e John aveva dedicato tutta la sua vita a prendersi cura di lui. Stai già piangendo? Beh, fattene una ragione. Il danno cerebrale non era un difetto di nascita, ma era stato inflitto dalla mano brutale di qualcuno, trasformando questa tragedia familiare in un omicidio che richiede una punizione – insieme al tocco di compassione che viene con il territorio in questa serie civile.

Jessica Thornton sembra proprio non riuscire a prendere una pausa. Come raccontato con gusto da S. A. Prentiss in YOU WILL NEVER KNOW (Scarlet, 278 pp., $25.95), i problemi di Jessica sono iniziati quando il suo primo marito è morto, lasciando lei e il loro bambino senza un soldo. Le cose sembrano migliorare per Jessica, ora sposata con un uomo più stabile, un agente immobiliare di nome Ted, e che vive con la sua famiglia mista (la figlia di lei, il figlio di lui, entrambi marmocchi) nel Massachusetts. Ma l’omicidio di uno studente del liceo dei figli porta la polizia direttamente alla loro porta, come se sapessero qualcosa che lei non sa.

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