Dio importante dell’antica Gallia, conosciuto sia dai commentari latini che dalle prove archeologiche; spesso menzionato in compagnia degli dei gallici Taranis e Teutates. Sebbene la testimonianza di Lucano (I sec. d.C.) sia stata contestata in quanto prevenuta contro i Galli e concepita per assecondare i pregiudizi metropolitani, non può essere ignorata. Egli ritrae un “Esus rozzo degli altari barbari”. I sacrifici umani sono sospesi agli alberi e feriti ritualmente; sacerdoti senza nome leggono i presagi da che parte scorre il sangue dalle ferite. Gli antichi studiosi collegavano Esus sia a Mercurio che a Marte, e quest’ultimo implicava che potesse essere un patrono della guerra. Le rappresentazioni di Esus come taglialegna hanno suscitato molte speculazioni fantasiose, ma il precedente suggerimento di un legame tra Esus e Cúchulainn sembra ora infondato. Un tempio presenta tre rappresentazioni simboliche di aironi; è anche associato alla gru.

Anche se si pensava che il culto di Esus fosse confinato alla Gallia, la scoperta di Lindow Man, il corpo di un antico sacrificio umano trovato nel Cheshire nel 1984, implicava per alcuni commentatori la propiziazione di Esus in Gran Bretagna. Anche se Esus era venerato in molte parti della Gallia, sembra essere stato il dio eponimo degli Esuvii della Gallia nord-occidentale, sulla Manica, coestensivo con il moderno dipartimento francese del Calvados. Nell’etimologia popolare il suo nome è commemorato nella città bretone di Essé.

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